AFORISMI CELEBRI

" Non sia di altri chi può essere di sé stesso." Paracelso (1493-1541) - " L'unica missione del medico e quella di riportare in salute i malati, di curare." Samuel Hahnemann (1755-1843) - " La sofferenza è un correttivo che mette in luce la lezione che non avremo compreso con altri mezzi e non può essere eliminata fino a quando questa lezione non è stata imparata." Edward Bach (1886-1936) "Col principio di similitudine Hahnemann ha formulato correttamente e in modo valido un principio primo. La guarigione può avvenire soltanto attraverso l'analogia: per questo ogni sistema terapeutico può essere valutato in base alla sua conformità o meno al principio omeopatico. La medicina ufficiale pensa in termini allopatici, cerca cioè di guarire attraverso l'opposto – per contraria. Il principio di opposizione contraddice la legge universale. Resistenza produce sempre resistenza: in questo modo è possibile ottenere qualche effetto, ma non guarire.“ Thorwald Dethlefsen (19462010) “L’esperienza psicanalitica insegna che il senso di infelicità e di insoddisfazione può esser profondamente represso; una persona può consciamente sentirsi soddisfatta, e soltanto i suoi sogni, malattie psicosomatiche, insonnia, e molti altri sintomi possono rivelare l’infelicità sotterranea. La tendenza a reprimere l’insoddisfazione e l’infelicità è fortemente sostenuta dal diffuso sentimento che il non essere soddisfatti significhi essere «un fallimento».” Erich Fromm (1900-1980)

23/05/2022

IL SUBSTRATO DELL'AUTOGUARIGIONE

Il potenziale di autoguarigione sembrerebbe verificarsi specificamente attraverso la mediazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-sistema immunitario (HPA). Georg Groddeck, medico e psicoanalista padre della moderna Psicosomatica, già all'inizio del ventesimo secolo descrisse la capacità del corpo umano di ripararsi da sé in seguito a malattia. Secondo l'autore i nodi da sciogliere per sconfiggere la malattia si trovano nella parte razionale del cervello, la quale delve essere ridimensionata per consentire l'energia vitale (Es) di emergere e guarirci. Nel suo celebre testo "NASAMECU", acronimo ippocratico di "natura sanat, medico curat", Groddeck, fornisce tutte le indicazioni atte raggiungere tale scopo. Egli rileva dunque  come l'autoguarigione sia possibile attraverso il ridimensionamento dell'Ego a favore dell'Es. Questo principio, in netto anticipo sui tempi, è una prima forma di lettura scientifica che propone anche una visione unitaria o, come diremmo oggi, olistica dell'uomo.

L'Es, che potremmo definire anche come una forza interiore totipotente, viene dunque ostacolato dall'Ego, figlio di una cultura dominante  di superficie, di un'educazione cieca di fronte alle diversità che ci vuole omologati e in tendenza con il sistema. Le malattie rappresentano non solo una lacerazione della propria trama di vita, bensì un forte appello alla nostra intelligenza  interiore che altro non chiede se non di ripristinare l'omeostasi e dunque la salute. Spesso il disagio è già di per sé la soluzione: basterebbe riportare in primo piano i segnali inviati dall'organismo, ascoltandone le sensazioni ed esserne maggiormente consapevoli. Oggi la PNEI dimostra scientificamente ciò che Groddeck teorizzava: ogni processo psichico (pensiero, coscienza, emozioni) è un elemento compresente in ogni funzione nervosa, ormonale ed immunitaria. Tutto dunque nasce dalla mente e in particolare dall'area limbica, sede delle emozioni e dei comportamenti istintuali. Ad essa afferiscono continuamente input da tutti gli organi. Il Dr. Servan-Schreiber afferma che il c.d. "cervello emotivo" possiede meccanismi naturali di autoriparazione, si tratta di capacità innate di ritrovare l'equilibrio e il benessere paragonabile alla cicatrizzazione di una ferita. Peraltro l'area limbica è la centralina di funzioni vitali quali la respirazione, la frequenza cardiaca, la libido, il sonno, la pressione arteriosa, la secrezione ormonale, e la risposta immunitaria.

Alla luce di quanto sopra sorgono spontanee almeno tre domande:

  • Che cosa ostacola il processo di autoguarigione? 
  • Che cosa invece lo favorisce??
  • Alla base dell'effetto placebo vi è questa risposta?
Alla prima questione possiamo rispondere indubbiamente che il principale ostacolo per il nostro guaritore interno è il c.d. "cervello razionale", dominato dall'Ego, con le sue prerogative che lo orientano verso un'operatività rigida legata a contingenze quotidiane. Ciò promuove un disallineamento fra i due emisferi cerebrali, generando uno stato disarmonico che si ripercuote sul biochimismo corporeo. Un Ego incapace di accogliere sensazioni, emozioni e bisogni reali, (inibizione dell'area limbica) crea le condizioni per l'instaurarsi di un assetto neurochimico tipico dell'ansia o degli attacchi di panico, oltre alle ben note depressioni esogeno- reattive. Queste comuni manifestazioni psicosomatiche sono supportate da un'iperattività del sistema nervoso autonomo in particolare della componente simpatico-tonica. Stress e forte autocontrollo inducono la produzione di sostanze endogene responsabili di ripercussioni funzionali a carico di quasi tutti i sistemi e gli apparati organici. Fortunatamente è possibile allontanarsi da questa minaccia attraverso una "riprogrammazione" della propria attività mentale che privilegi ogni moto dell'anima: autostima, buonumore ed empatia. 

La seconda domanda può trovare risposta nella teoria esposta da ricercatore Enzo Soresi, autore de "Il cervello anarchico" e sostenitore del c.d. "shock carismatico", ovvero dal cambiamento profondo dello stato mentale legato all'incontro con un personaggio altamente carismatico. Numerosi studi hanno anche dimostrato come la riarmonizzazione interemisferica cerebrale operata dal corpo calloso sia in grado di ripristinare la corretta interazione fra emisfero sinistro razionale ed emisfero destro emozionale.

La risposta al terzo quesito è ipotizzabile dalla modificazione della biochimica cerebrale generata dalla fiducia riposta nell'assunzione di uno pseudo-farmaco: la somministrazione di morfina vs. placebo ha messo in luce una riduzione della componente dolorosa pari al 60% nei pazienti sotto placebo. Per sfatare il mito dell'effetto placebo come sinonimo di autosuggestione, non ci resta che approfondire la ricerca scientifica, onde svelare e fornire dignità agli intimi e meravigliosi segreti dell'autoguarigione.
















































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